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Lo scopo di questo blog è far conoscere al pubblico, ai pazienti ed ai colleghi interessati, l’attività della Rianimazione dell'ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, ASL NA 3 SUD; offrendo loro la possibilità di conoscere risorse infermieristiche ed esperienze facili ed utili da fruire.
PROTOCOLLO PER IL CATETERISMO VESCICALE

PREMESSA:
Sono frequenti le problematiche legate al tema del cateterismo vescicale e l’esperienza in corsia ha portato a cogliere le frequenti difficoltà nelle varie realtà assistenziali ad eseguire un cateterismo corretto ed efficace evitando manovre disinvolte o insufficienti che possono determinare conseguenze anche pesanti per il paziente (traumi, false strade, uretrorragia e/o ematuria, infezioni). La conoscenza dei vari aspetti del cateterismo e la puntualizzazione di momenti critici e le risorse disponibili possono determinare un miglioramento dell’assistenza e nella prevenzione delle infezioni. Infatti le infezioni delle vie urinarie rappresentano la localizzazione più frequente delle infezioni ospedaliere: circa il 40%, pertanto indicazioni al cateterismo, procedura e profilassi per il controllo e la prevenzione devono essere basate sulle linee guida del CDC di Atlanta (1981), del Comitato Nazionale per la Verifica della Qualità dell’Assistenza del Ministero della Sanità (1996), e dalle più recenti del Ministero Salute Inglese (2001), e per ultimo il Protocollo formulato da Istituto Superiore di Sanità nel 2003. La prevenzione delle infezioni urinarie può attuarsi solo se abbiamo la manualità e le conoscenze necessarie a portare a termine il cateterismo, superando le eventuali difficoltà che dovessero subentrare, superando i passaggi critici mantenendo la sicurezza della manovra. Comunque, è bene precisare che tutte le azioni vanno commisurate alla reale capacità e conoscenza dell’operatore, che nelle difficoltà deve riconoscere i propri limiti e ricorrere ad un collega più esperto o all’intervento medico.
PROTOCOLLO:
1) Carrello o supporto stabile sul quale posizionare tutto il materiale

  • telino
  • telino fenestrato
  • garze
  • antisettico in soluzione acquosa
  • lubrificante in siringa
  • soluzione fisiologica in siringa
  • catetere di diametro adeguato
  • urinometro
  • guanti monouso
  • 2 paia guanti sterili (e di riserva)
  • flacone di soluzione fisiologica e schizzettone sterili per eventuale lavaggio

2) Preparazione utente:

  • spiegare al paziente la procedura che gli verrà fatta
  • coprire la postazione del paziente con paravento
  • procedere ad accurata igiene intima
  • effettuare ispezione per evidenziare fimosi, stenosi o malformazioni
  • posizionare il paziente in posizione supina

3) Campo sterile:

  • effettuare accurato lavaggio delle mani con antisettico
  • aprire catetere
  • indossare il primo paio di guanti sterili
  • aprire il telino e disporre il materiale sullo stesso
  • versare l’antisettico su varie garze
  • distribuire parte del lubrificante della siringa su una garza

4) Antisepsi:

  • eseguire una accurata antisepsi dei genitali
  • retrarre il prepuzio sul glande, quindi con le garze imbevute di antisettico, procedere dal meato urinario verso la base del glande con movimenti circolari
  • ripetere più volte cambiando la garza fra un passaggio e l’altro

5) Lubrificazione:

  • introdurre nell’uretra la restante parte della siringa con lubrificante o meglio utilizzare un lubrificante con lidocaina monodose se si prevede una manovra difficile o dolorosa.
  • togliere il primo paio di guanti sterili.

6) Scegliere il catetere secondo le necessità e l’esito dell’ispezione:

  • aprire le confezioni e disporre il catetere e l’urinometro sul telino sterile

7) Pre-cateterismo:

  • indossare il secondo paio di guanti sterili
  • collegare l’urinometro al catetere, in modo da rendere il sistema chiuso
  • distribuire il lubrificante lungo il decorso del catetere a partire dall’estremità distale fino a circa metà della lunghezza
  • posizionare il telino fenestrato attorno al pene

8) Cateterismo:

  • afferrando il pene con la mano sinistra utilizzando la garza sterile, introdurre il catetere nell’uretra gradualmente mantenendo il pene perpendicolare all’addome fino ad avvertire la resistenza dell’uretra bulbare
  • successivamente abbassarlo e continuare l’inserimento fino ad avvertire la resistenza prostatica
  • continuare l’inserimento fino al superamento del collo e/o alla prossimità della coda del catetere

9) Verifica:

  • la fuoriuscita d’urina conferma di aver raggiunto la vescica
  • se l’urina non esce subito, può essere dovuto al lubrificante che occupa temporaneamente il lume, schiacciare un paio di volte il catetere
  • se ancora l’urina non compare aspirare con lo schizzettone, o in caso eseguire un lavaggio per verificare l’effettiva posizione del catetere, prima di diagnosticare l’assenza di ristagno vescicale o anuria
  • iniettare la soluzione fisiologica della seconda siringa per gonfiare il palloncino del catetere, e ritirarlo delicatamente fino a che non si avverte la resistenza del collo vescicale
  • durante l’introduzione se si avverte una resistenza insolita, ritirare un po’ il catetere e ruotandolo sul suo asse cercare una nuova introduzione, sempre con gradualità e senza forzare se non si è convinti della manovra
  • eventualmente per garantire miglior lubrificazione dell’uretra si potrà ricorrere all’introduzione di un lubrificante sterile con beccuccio.
  • durante il gonfiaggio del palloncino se si avverte eccessiva resistenza e/o nel contempo il paziente lamenta dolore, verificare che il catetere sia effettivamente in vescica, utilizzando un leggero lavaggio vescicole
  • posizionare il catetere e i genitali esterni nel seguente modo: estendere il pene sulla parete dell’addome e fissarlo con una garza tenuta ai lati da cerotto, fissare il catetere con un cerotto sull’addome

10) Svuotamento:

  • controllare lo svuotamento dell’urina, sospendendo il flusso ai primi 600 ml
  • continuare con intervalli di 30’ con la fuoriuscita di 300 ml ogni volta, fino al completamento (per evitare possibili emorragie), poi lasciare il flusso libero.

11) Eliminare il materiale:

  • Effettuare lo smaltimento del materiale utilizzato osservando le procedure in uso e il
    rispetto della Legge 626.

N.B.: Il paziente per la maggior parte dei casi giunge in reparto già cateterizzato e con sistema a circuito aperto e tra l’altro un cateterismo effettuato in emergenza, deroga i crismi di asepsi innanzi elencati, inoltre da studi, risulta che la cateterizzazione a circuito aperto dopo 4 giorni il 100% dei pazienti presenta I.V.U., pertanto, quando giunge il paziente nel filtro, dopo aver provveduto alla stabilizzazione del paziente, provvedere alla rimozione del catetere ed effettuare la caterizzazione secondo il presente protocollo.