PROTOCOLLO PER LA PREVENZIONE E LA SORVEGLIANZA SANITARIA DEGLI OPERATORI ESPOSTI A SINDROME INFLUENZALE DA NUOVO VIRUS DEL TIPO A/H1N1
GESTIONE DEI CASI SOSPETTI
Oltre alle misure per limitare la diffusione del virus (isolamento del caso sospetto e probabile), gli operatori sanitari coinvolti nelle attività diagnostico/assistenziali, nonché di sanificazione ambientale e trasporto dei ricoverati, dovranno adottare le precauzioni sotto riportate.
Oltre alle misure per limitare la diffusione del virus (isolamento del caso sospetto e probabile), gli operatori sanitari coinvolti nelle attività diagnostico/assistenziali, nonché di sanificazione ambientale e trasporto dei ricoverati, dovranno adottare le precauzioni sotto riportate.
PRECUZIONI DI CARATTERE GENERALE
Recentemente l’ECDC (Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ha valutato le evidenze sulle misure di protezione personali utili per ridurre la trasmissione del virus dell’influenza, ed ha raccomandato le seguenti azioni, valevoli per tutta la popolazione:
a) Lavaggio delle mani (in mancanza di acqua uso di gel alcolici): fortemente raccomandato;
b) Buona igiene respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, trattare i fazzoletti e lavarsi le mani): raccomandato;
c) Uso di mascherine (tipo chirurgico) da parte delle persone con sintomatologie influenzali in presenza di altre persone (luoghi pubblici ecc): raccomandato.
MISURE PER GLI OPERATORI SANITARI
Operatori sanitari a contatto con casi sospetti, durante le procedure diagnostico/assistenziali, devono indossare i Dispositivi di Protezione Individuali per le patologie diffuse tramite i droplet (maschere FFP3, guanti, camici monouso, occhiali protettivi). L’efficienza della mascherina FFP3 è di otto ore, quindi può essere riutilizzata per tutto un turno lavorativo, nelle manovre sopra descritte, e senza essere sostituita, purché non presenti segni di usura, fori o contaminazione. Per le attività lavorative non diagnostico sanitarie gli operatori sanitari (esempio il triage e pratiche amministrative), gli addetti alla sanificazione ambientale ed al trasporto dei pazienti, è sufficiente che indossino mascherine di tipo chirurgico. I DPI usati e i fazzoletti monouso devono essere smaltiti come rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo.
ESPOSIZIONE NON PROTETTA
Definizione: Contatto con materiale contenente l’agente infettante o contatto stretto (entro un metro) e prolungato (almeno 10 minuti) con paziente, senza misure di protezione. In considerazione della formazione effettuata, dei protocolli vigenti e delle misure collettive e di protezione individuali disponibili, questa modalità di esposizione dovrebbe risultare da eventi accidentali o da inosservanza delle procedure previste, ed essere pertanto altamente improbabile.
Misure da adottare:
L’operatore sanitario che abbia avuto una esposizione non protetta con paziente risultato positivo al test rapido o al Test di conferma RT PCR, deve recarsi al Pronto Soccorso per refertazione e denuncia di probabile infortunio biologico sul lavoro (INAIL). Il Medico di Pronto Soccorso, sulla base della valutazione della condizioni cliniche del paziente o del rischio di infezione dei singoli soggetti, valutati i rischi e i benefici per la salute dell’operatore sanitario caso per caso, propone la profilassi antivirale da iniziare immediatamente, tenendo in considerazione quanto indicato dal Ministero della Salute con Circolare del 20/05/09 per tale evenienza: “a limitare l’impiego di antivirali ai casi nei quali questi siano ritenuti necessari per evitare l’insorgenza di resistenze a tali farmaci poiché potrebbero essere inefficaci o addirittura nocivi.” In ogni caso l’operatore sanitario dovrà misurarsi la temperatura corporea due volte al giorno per 7 giorni, ed alla comparsa di temperatura ≥ ai 38 °C, accompagnata da almeno uno dei sintomi sotto riportati, dovrà recarsi dal proprio medico curante od al Pronto Soccorso per gli atti sanitari necessari.
GESTIONE DEL PERSONALE SANITARIO ESPOSTO DIVENUTO SINTOMATICO
L’operatore sanitario che presenti febbre con temperatura ≥ 38 °C accompagnata da almeno uno dei seguenti sintomi: tosse, raffreddore, mal di gola, congiuntivite, diarrea, vomito, nausea, mal di testa, astenia, dolori muscolari insorti durante i 7 giorni successivi il contatto non protetto, deve seguire le seguenti indicazioni:
Se i sintomi iniziano durante l’orario di servizio all’interno dell’Ospedale, il lavoratore deve:
indossare immediatamente una mascherina di tipo chirurgico;
essere sottoposto a visita medica presso il Pronto Soccorso per la denuncia d’infortunio lavorativo di tipo biologico all’INAIL, oltre ovviamente alla denuncia di sospetta od accertata malattia infettiva;
essere informato delle precauzioni che deve osservare per evitare la trasmissione ad altri;
lasciare il posto di lavoro ed eventualmente essere seguito in idoneo ambiente ospedaliero, secondo il giudizio del Medico di Pronto Soccorso. Se l’insorgenza dei sintomi è riscontrata al di fuori dell’Ospedale, l’operatore:
- non deve recarsi al lavoro,
- consultare il proprio medico curante,
- darne tempestiva comunicazione per via telefonica al Medico Competente che adotterà le misure necessarie per gli accertamenti a carico di altri possibili contatti all’interno dell’U.O. di appartenenza.
CONCLUSIONI
Le presenti procedure, stante lo stato di allerta attuale, risultano essere sufficienti per la prevenzione della diffusione dell’influenza dal nuovo virus A/H1N1 tra gli operatori sanitari come infezione occupazionale, così come indicato anche dalle Linee Guida del Ministero della Salute.
Recentemente l’ECDC (Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ha valutato le evidenze sulle misure di protezione personali utili per ridurre la trasmissione del virus dell’influenza, ed ha raccomandato le seguenti azioni, valevoli per tutta la popolazione:
a) Lavaggio delle mani (in mancanza di acqua uso di gel alcolici): fortemente raccomandato;
b) Buona igiene respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, trattare i fazzoletti e lavarsi le mani): raccomandato;
c) Uso di mascherine (tipo chirurgico) da parte delle persone con sintomatologie influenzali in presenza di altre persone (luoghi pubblici ecc): raccomandato.
MISURE PER GLI OPERATORI SANITARI
Operatori sanitari a contatto con casi sospetti, durante le procedure diagnostico/assistenziali, devono indossare i Dispositivi di Protezione Individuali per le patologie diffuse tramite i droplet (maschere FFP3, guanti, camici monouso, occhiali protettivi). L’efficienza della mascherina FFP3 è di otto ore, quindi può essere riutilizzata per tutto un turno lavorativo, nelle manovre sopra descritte, e senza essere sostituita, purché non presenti segni di usura, fori o contaminazione. Per le attività lavorative non diagnostico sanitarie gli operatori sanitari (esempio il triage e pratiche amministrative), gli addetti alla sanificazione ambientale ed al trasporto dei pazienti, è sufficiente che indossino mascherine di tipo chirurgico. I DPI usati e i fazzoletti monouso devono essere smaltiti come rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo.
ESPOSIZIONE NON PROTETTA
Definizione: Contatto con materiale contenente l’agente infettante o contatto stretto (entro un metro) e prolungato (almeno 10 minuti) con paziente, senza misure di protezione. In considerazione della formazione effettuata, dei protocolli vigenti e delle misure collettive e di protezione individuali disponibili, questa modalità di esposizione dovrebbe risultare da eventi accidentali o da inosservanza delle procedure previste, ed essere pertanto altamente improbabile.
Misure da adottare:
L’operatore sanitario che abbia avuto una esposizione non protetta con paziente risultato positivo al test rapido o al Test di conferma RT PCR, deve recarsi al Pronto Soccorso per refertazione e denuncia di probabile infortunio biologico sul lavoro (INAIL). Il Medico di Pronto Soccorso, sulla base della valutazione della condizioni cliniche del paziente o del rischio di infezione dei singoli soggetti, valutati i rischi e i benefici per la salute dell’operatore sanitario caso per caso, propone la profilassi antivirale da iniziare immediatamente, tenendo in considerazione quanto indicato dal Ministero della Salute con Circolare del 20/05/09 per tale evenienza: “a limitare l’impiego di antivirali ai casi nei quali questi siano ritenuti necessari per evitare l’insorgenza di resistenze a tali farmaci poiché potrebbero essere inefficaci o addirittura nocivi.” In ogni caso l’operatore sanitario dovrà misurarsi la temperatura corporea due volte al giorno per 7 giorni, ed alla comparsa di temperatura ≥ ai 38 °C, accompagnata da almeno uno dei sintomi sotto riportati, dovrà recarsi dal proprio medico curante od al Pronto Soccorso per gli atti sanitari necessari.
GESTIONE DEL PERSONALE SANITARIO ESPOSTO DIVENUTO SINTOMATICO
L’operatore sanitario che presenti febbre con temperatura ≥ 38 °C accompagnata da almeno uno dei seguenti sintomi: tosse, raffreddore, mal di gola, congiuntivite, diarrea, vomito, nausea, mal di testa, astenia, dolori muscolari insorti durante i 7 giorni successivi il contatto non protetto, deve seguire le seguenti indicazioni:
Se i sintomi iniziano durante l’orario di servizio all’interno dell’Ospedale, il lavoratore deve:
indossare immediatamente una mascherina di tipo chirurgico;
essere sottoposto a visita medica presso il Pronto Soccorso per la denuncia d’infortunio lavorativo di tipo biologico all’INAIL, oltre ovviamente alla denuncia di sospetta od accertata malattia infettiva;
essere informato delle precauzioni che deve osservare per evitare la trasmissione ad altri;
lasciare il posto di lavoro ed eventualmente essere seguito in idoneo ambiente ospedaliero, secondo il giudizio del Medico di Pronto Soccorso. Se l’insorgenza dei sintomi è riscontrata al di fuori dell’Ospedale, l’operatore:
- non deve recarsi al lavoro,
- consultare il proprio medico curante,
- darne tempestiva comunicazione per via telefonica al Medico Competente che adotterà le misure necessarie per gli accertamenti a carico di altri possibili contatti all’interno dell’U.O. di appartenenza.
CONCLUSIONI
Le presenti procedure, stante lo stato di allerta attuale, risultano essere sufficienti per la prevenzione della diffusione dell’influenza dal nuovo virus A/H1N1 tra gli operatori sanitari come infezione occupazionale, così come indicato anche dalle Linee Guida del Ministero della Salute.